Tra le meravigliose colline della val di Cecina, là in quel paesaggio che toglie letteralmente il respiro, in quei borghi feudali che ricordano echi ancestrali di una spensieratezza bucolica che forse non ci appartiene, ma che talvolta ci piacerebbe avere solo per fuggire da noi stessi , ecco proprio in quei luoghi, in quella bellezza ai confini del mondo sono situati Montegemoli, Pomarance, Larderello, Volterra e Castello di Querceto. E’ tra la realtà di questi piccoli centri che nasce M’arte 2017, una residenza ideato dalla Pro loco Montegemoli, organizzata e curata da Eleonora Raspi, con la collaborazione di Accademia Libera Natura e Cultura di Querceto. In questa residenza s’incontrano la suggestione del territorio, l’estetica e la ricerca dell’arte e della cultura, che sfociano nell’interdisciplinarità e nella volontà di interazione tra l’arte e lo scenario da cui essa stessa è avvolta, creando una vera e propria collaborazione tra le due dando vita ad un processo di collettività. M’arte 2017 , giunta alla sua sesta edizione, verte sul titolo La natura della cose, con riferimento al tema lucreziano del De Rerum Natura. La curatrice ha invitato a riflettere sul tema sei artisti, i curatori e critici dell’arte Christian Caliandro e Maurizio Marco Tozzi che presenta il lavoro di uno dei partecipanti ( Lino Strangis ), il filosofo Leonardo Caffo, lo studio grafico Liligutt e la fotografa Marta Marinotti. Gli artisti hanno espresso attraverso medium e ricerche artistiche differenti il rapporto con la tematica del poeta latino concentrandosi sul coinvolgimento del territorio e dei loro abitanti, rendendoli parte attiva dei lavori. Avviene così che essi hanno elaborato e compattato idee tra arte, natura e paure ataviche restituendo con i loro lavori nuove idee al fruitore che diviene consapevolmente coinvolto nell’opera. Un festival fortemente legato al territorio e al concetto di collettività, M’arte si sviluppa tra il fulcro centrale Montegemoli e gli altri paesi sopra citati. Nascerà così la video installazione Particular di Alessandro Amaducci, un’opera che mette in crisi il naturale e l’artificiale, materiale e immateriale, la fragilità dell’uomo e l’alterità. L’opera racconta nel suo evolversi i luoghi della manifestazione, mettendo in evidenza meraviglie culturali ignorate dai più: da una vasca antica conservata nella Pinacoteca di Volterra, il Castello di Querceto, il paesaggio collinare di Montegemoli, gli interni di Casa Museo Bicocchi ed infine il territorio lunare di Larderello .

Laura Cionci, attraverso un’arte socio -culturale entra in relazione con il territorio e con ogni suo singolo abitante con Moeva; un’opera collocata in una delle stanze centrali del paese, con essa l’artista si pone come mezzo di relazione tra le persone stesse e la trama della loro vita. L’ex granaio è riempito dalla vegetazione raccolta nelle zone adiacenti Montegemoli, quali simbolo del paese e delle persone stesse, in quanto Cionci attraverso la scienza della radioestesia riesce a stabilire un contatto energetico con la persona intervistata, venendo a conoscenza di informazioni legate alla sua vita ed in questo modo riesce a collegare a ciascuno la pianta ancestrale. Percorrendo silenziosamente quest’ambiente nella sua oscurità si può percepire un’immagine sfocata, essa è la rappresentazione di tutti i volti degli abitanti di Montegemoli, un lavoro che collega spiritualità e collettività. Un’immaterialità che ritroviamo sotto forma di intima preghiera condivisa nell’audio installazione della chiesa di San Bartolomeo, dve si sente leggere una lettera che supera la singolarità per arrivare alla pluralità di anime ed individui.

Laura Cionci Moeva

Memoria e ritualità sono il centro anche del lavoro di Eleonora Manca, in particolar modo l’artista si sofferma sui momenti di quotidianità femminile in Niente di Personale, neanche un diario, lavoro esposto in luoghi percepiti dall’artista con echi del vissuto e del tempo trascorso come il vecchio forno e il lavatoio. L’unicità della semplicità del quotidiano sono rappresentati in lavori differenti, dall’installazioni di immagini e parole su cartoncini 10×10 distribuita sulle pareti, Eleonora Manca espone poi cinque diari, arricchiti uno per uno da fili , immagini, natura e parole e infine nella stanza accanto uno scrittoio ospita trenta taccuini chiusi.

Eleonora Manca , NIente di Personale neanche un diario

Franco Menicagli interviene tra pubblico e privato con il suo linguaggio antimonumentale e antiretorico; gli interventi dell’artista, che utilizza solo materiali poveri per le sue installazioni, puntano l’attenzione sull’identità storica del luogo scelto. Menicagli ri -attiva i luoghi a disposizione della comunità, così avviene con un antico montacarichi in disuso, due spazi destinati a rimessa, una mensola in posizione precaria.

Franco Menicagli

Tom Mùller, australiano, unico artista straniero della residenza con l’installazione Floating castle , crea un effetto estraniante e fiabesco, visibile e invisibile, i fumi colorati da cui viene avvolto il castello lo rendono protagonista di un’atmosfera che richiama suggestioni ottocentesche, potente nella sue tecnologie ma fragile per la labilità del tempo precario poiché dipendente da un macchinario.

Tom Mùller Floating Castle

Lino Strangis presenta Rivelazione AntropoEcentrica, tre video installazioni all’interno delle Scuderie e delle sale Museo di Pomarance; con quest’opera l’artista cattura i fruitori tra l’incantato e l’onirico coinvolgendoli in un mondo surreale, che ritrae la crisi quotidiana e sociale che vive l’individuo nella nostra società, il percorso si conclude con una profetizzazione che vede una soluzione nell’equilibrio tra umanità e natura.

Leda Lunghi