Artissima chiude consacrandosi come appuntamento internazionale, con un bilancio di 52.000 visitatori, superando la quota 50.000 raggiunta lo scorso anno. Ilaria Bonacossa, racconta qui il successo della ventiquattresima edizione della kermesse torinese, una fiera coraggiosa con un una formazione oltre che commerciale, culturale. La neodirettrice di Artissima descrive le sue novità: dalla sezione Disegni, da lei fortemente voluta, all’allestimento della pianta della fiera ispirata alla città di Torino, fino alla piattaforma digitale che sostituisce il catalogo cartaceo. Una fiera che si è intrecciata con i cinquant’anni dell’Arte Povera e Ilaria Bonacossa con il suo staff hanno saputo celebrare quest’ anniversario con progetti di ricerca, non convenzionali quali  il “PIPER. Learning at the discotheque” e “Deposito d’Arte Italiana Presente”.

IlariaBonacossa ©Silvia Pastore_Artissima2017_2.22

Hai dato alla tua Artissima un’impronta fortemente culturale oltre che commerciale, parlando anche di impegno nei confronti della società da parte dell’arte contemporanea, è stato questa visione innovativa, il segreto del successo ottenuto?

Credo che il successo di Artissima sia legato ad un serio e rigoroso lavoro di selezione e presentazione delle gallerie partecipanti e al contributo di un team che collabora da anni con la fiera. Credo inoltre che quest’anno ci sia stata una ventata di energia positiva ed entusiasmo legati al tentativo di creare dei rapporti personali con tutte le persone coinvolte; di parlare e guardare alle opere d’arte e non solo al loro valore.

Approfondendo, hai introdotto una grande novità, la sezione Disegni curata da Luís Silva e João Mourão, direttori della Kunsthalle Lissabon, me ne vuoi parlare?

La sezione Disegni ha riscosso grande successo sia tra il grande pubblico che tra gli addetti ai lavori. Luís Silva e João Mourão hanno riunito 25 proposte di alta qualità, diverse per l’approccio alla tecnica del disegno. Inoltre i progetti di giovani talenti sono stati affiancati a opere di maestri affermati, un mix irresistibile anche per i collezionisti.

Il legame con Lisbona l’hai ritenuto importante in quanto credi che questa città stia iniziando a giocare un ruolo fondamentale nell’arte contemporanea?

Lisbona sta diventando quello che Berlino era per l’arte contemporanea 15 anni fa, con un vantaggio climatico non indifferente. Aver avuto come curatori i direttori della Kunsthalle Lissabon credo sia stato un asset importante per la fiera e, aver avuto gallerie di Lisbona, per lo stesso motivo, ha restituito una buona energia.

Present Future, coordinata da Cloé Perrone, è la parte della fiera che pone l’attenzione sui giovani e sulle nuove proposte, quanto hai investito su di loro?

Artissima da sempre si concentra sullo scouting di talenti, attività che ora fanno tutte le fiere e che quindi, in qualche modo, diventa sempre più difficile. Il nostro format tuttavia si differenzia dagli altri per la forte impronta curatoriale: gli stand curati e le opere spesso inedite portano grande vitalità in fiera. Chi non ha potuto esserci può ancora vedere sul nostro portale artissima.art opere diversissime tra loro, sia formalmente che per tecnica.

Il nuovo board di curatori nato sotto la tua direzione è prevalentemente femminile, scelta casuale o voluta, magari con un messaggio subliminale al mondo dell’arte?

Casuale ma dettata dalle loro competenze. Le donne che lavorano nell’arte contemporanea sono molte e sono brave, serie e davvero appassionate. Lavorare con loro è stato un vero piacere.

“Perché Torino” è l’interrogativo della tua Artissima, caduta nell’anniversario dei cinquant’anni dell’Arte Povera, quali sono i progetti con cui hai indagato le esperienze sperimentali di quegli anni?

Il 2017 segna i 50 anni dalla prima mostra dell’Arte Povera (1967), la più rivoluzionaria avanguardia artistica del dopoguerra che ha sancito la vocazione contemporanea di questa città. Per celebrare quell’energia creativa, abbiamo evocato negli spazi dell’Oval due esperienze sorprendenti, ma ancora poco conosciute, di quegli anni: il Piper Club di Torino (1966–69), e il Deposito dell’Arte Presente (1967–68). La storia della discoteca Piper, culla di una fervente subcultura, è stata rievocata dal progetto “PIPER. Learning at the discotheque”, in cui un palinsesto di lezioni-conferenze si è trasformato in scuola non convenzionale. La rivoluzionaria esperienza del Deposito, uno spazio industriale aperto per presentare in una dimensione alternativa le opere della nascente Arte Povera, è invece stato fonte di ispirazione per il progetto “Deposito d’Arte Italiana Presente” in cui un magazzino si è trasformato in spazio espositivo per presentare una selezione di opere create tra il 1994 e il 2017 da artisti italiani famosi o ancora alle prime armi.

Courtesy Archivio Derossi, Torino

Vuoi raccontarmi la collaborazione avuta con OGR?

La collaborazione con OGR si è articolata in parte attraverso la partnership con il festival di musica elettronica Club to Club, eccellenza cittadina che si è svolta nelle stesse giornate della fiera; ma soprattutto attraverso la prima edizione dell’OGR Award, un premio in collaborazione con la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT finalizzato all’acquisizione di un’opera per la propria Collezione e che verrà destinata alle Officine Grandi Riparazioni di Torino. In occasione di Artissima una giuria composta da Fawz Kabra, Abaseh Mirvali e Nicola Ricciardi ha assegnato il premio a Rokni Haerizadeh, presentato dalla galleria Isabelle van den Eynde di Dubai.

Artissima e l’arte Italiana? Vuoi parlarmi dei progetti per rilanciare l’arte italiana?

La mia idea è stata di usare un momento di grande internazionalità della città e dell’Italia per far vedere la forza dell’arte italiana. Con Vittoria Martini abbiamo quindi curato il Deposito d’Arte Italiana Presente, uno spazio ibrido, un magazzino di scaffali e rastrelliere che ha proposto le opere di 128 artisti italiani realizzate dal 1994 – anno di fondazione di Artissima – a oggi, in un deposito temporaneo. Questo progetto è nato dalla ricognizione della storia di Artissima come grande archivio che abbiamo ripercorso per compiere uno studio retrospettivo, per certi versi inedito, specificamente orientato alla lettura del sistema e del mercato dell’arte italiana.

 La pianta della fiera è stata ridisegnata prendendo inspirazione da una Torino barocca, vuoi approfondire questa tua idea?

Abbiamo lavorato con lo Studio Vudafieri Saverino Partners sulla pianta della fiera, ispirandoci alla pianta della città, alle vie perpendicolari di derivazione romana e alle grandi piazze scenografiche della Torino barocca. Inoltre la Vip lounge, sulla meravigliosa balconata affacciata sulla fiera, ha reso omaggio ai caffè torinesi storici.

Artissima, International Fair of Contemporary Art, Torino © Perottino-Alfero-Tardito/ Artissima

Hai puntato molto anche sulla piattaforma digitale, vuoi parlarmi del progetto Artissima rewind?

La piattaforma digitale di Artissima www.artissima.art ha sostituito il catalogo cartaceo, e ha offerto al pubblico l’occasione per prepararsi alla fiera e visionare in anteprima i lavori in mostra. Questa piattaforma accompagnerà̀ il pubblico durante tutto l’anno, con momenti di approfondimento e anticipazioni dell’edizione del 2018.

Con #ArtissimaRewind intendiamo ripercorrere gli appuntamenti più interessanti della passata edizione riproponendo nella videogallery del sito una serie di interviste, conversazioni e visite guidate con grandi nomi dell’arte contemporanea.

Qual è il tuo bilancio finale?

Sono molto soddisfatta e piena di idee e energia per Artissima 2018 che segnerà i 25 anni della fiera.

Leda Lunghi

 

Artissima, International Fair of Contemporary Art, Torino
© Perottino-Alfero-Tardito/ Artissima