La sua arte è l’intreccio perfetto tra la cultura orientale e quella occidentale, esse si fondono nell’armonioso e completo equilibrio delle sue sculture rappresentanti la comprensione dell’Io, di se stessi e delle altre culture. In un dialogo perfetto tra antico e contemporaneo, orientale e occidentale T-Yong Chung (1977 Tae-gu, Corea del Sud) ci racconta la profondità e la semplicità di un gesto nella scultura. L’artista levigando i volti di gesso, abbatte l’Ego per arrivare alla consapevolezza di se stesso e del mondo che lo circonda, ne nasce così un gesto estetico, minimale e deciso, dettato dalla sensibilità profonda dell’artista che descrive in un volto l’equilibrio della pienezza della cultura occidentale e il vuoto essenziale di quella orientale. Sono stata in Fonderia Battaglia, dove per Studi ha esposto Lavinia, il suo ultimo progetto, T-Yong Chung mi ha raccontato della sua arte, di quest’ultimo lavoro e della scoperta di nuovi materiali come il bronzo.

 

Dalla Corea per finire gli studi hai scelto l’Italia è una scelta inusuale, perché proprio qui?

Volevo andare via dalla Corea per approfondire i miei studi e conoscere anche mondi a me estranei, ho guardato un po’ il mondo occidentale e ho scelto l’Italia per la sua storia.

Io sono un appassionato di storia da quella greca a quella romana, del legame che esse hanno con il Medio oriente e l’Italia mi ha affascinato perché qui si può trovare tutto questo. Volevo sentire le energie che questi grandi imperi e personaggi hanno lasciato nel luogo in cui sono stati, per questo ho scelto l’Italia qui coesiste modernità e classicità.

 

La modernità e la classicità si riflettono molto nei tuoi lavori, così come risalta molto il legame con l’Arte povera, in che modo questa ha influenzato il tuo lavoro?

 Sono stato molto influenzato dall’Arte povera, soprattutto da un grande maestro come Giuseppe Penone. Ovviamente molta importanza hanno avuto anche Giulio Paolini, Gino De Dominicis e molti altri.Non saprei dirti di preciso come l’Arte povera ha influenzato il mio lavoro, ma posso dirti che parliamo di gesto. Il mio lavoro si basa su un gesto semplice.

Penone compie un gesto semplice quando nel suo lavoro Ripetere il bosco scava in un albero morto per ricavarne altri vivi, con questo gesto egli crea una vita da un oggetto morto e questo mi fa sentire molto vicino a lui. Anche se io procedo con un approccio diverso, io cancello la figura con il tentativo di addentrarmi nella profondità della persona, con questo semplice gesto vorrei arrivare a qualcosa di fondamentale degli uomini, alla loro essenza.

 

Approfondiamo questo concetto di gesto; La tua poetica parte dalla scultura in cui levighi calchi di volti, che significato ha questo gesto per te nella tua arte?

 Il gesto per me è come una pratica, serve per dare un senso alla vita, trovare il senso di me stesso. E’ un po’ come respirare, il gesto è qualcosa di fondamentale nella mia vita.

Quando vivevo in Corea vedevo che la maggior parte delle cose che mi circondavano, dal cibo, ai vestiti, a gran parte degli oggetti, derivavano dalla cultura occidentale, noi siamo molto influenzati dal mondo occidentale. Cancellare il viso, è come cancellare quello che è arrivato dall’esterno. Recita un detto asiatico “ se vuoi capire te stesso devi cancellare il tuo ego”. Compiendo questa pratica io cerco di capire la verità su me stesso e sull’essere umano. Cancello la figura che è essa stessa un’illusione di me stesso. E’ un po’ come mischiare il figurativo e l’astratto, il visivo e il mentale, l’occidentale e l’orientale.

 

Le tue opere sono la fusione tra oriente e occidente, esse sono lo specchio di un’armonia e l’unione di culture differenti, me ne vuoi parlare?

La mia arte, il gesto che faccio di cancellazione è basata sul rispetto, la mia poetica si basa sull’unione. Credo che l’importante sia la sensibilità con la quale si uniscono le culture. La questione importante secondo me, si concentra nella capacità di convivere insieme rispettando due lati diversi. Questo concetto è importante anche applicato alla nostra vita quotidiana, come la coesione tra culture e persone, che devono coinvolgersi e rispettarsi. Io cerco di raccontare queste idee attraverso il mio lavoro, non vorrei mai distruggere una parte per invaderne un’altra. Equilibrio e rinascita sono parole molto importanti.

Odyssey in Italy, 2015, modifica busti di gessi classici, courtesy ottono

Il tuo ultimo progetto s’intitola Lavinia – figlia di Latino e Amata seconda sposa di Enea -è stato un caso che la bambina che ha posato avesse un nome così attinente alle tue tematiche. Che importanza dai alla casualità e come lo traduci nell’arte?

Niente nasce dal nulla, tutto nasce perché c’è un motivo, nella vita quotidiana tutto deriva da qualcosa, ogni momento è importante. La casualità e il sentimento per me sono nel gesto, che deve essere sincero e spontaneo.

Come accennato per il progetto di Studi hai portato in Fonderia Battaglia Lavinia, dove hai presentato delle nuove opere mi vuoi parlare di questo progetto dove usi materiali che non avevi mai utilizzato prima come il bronzo?

Si, in questo lavoro ho utilizzato il bronzo, non lo avevo mai utilizzato se non tanti anni fa quando studiavo in accademia. Mi interessava fare un lavoro in cera persa, ero molto affascinato da questa tecnica che risale a duemila tremila anni fa ( e che tutt’oggi utilizzano ancora qui in Fonderia Battaglia ) e ho trovato molto stimolante utilizzarla; anche perché c’è un collegamento con l’antichità, ovviamente io dovevo fare un’opera con una sensibilità contemporanea, però volevo che nel mio lavoro rimanesse il concetto di anima antica, per questo l’approccio a questa tecnica mi incuriosiva.

Il concetto importante che lega questa installazione e tutti i vari materiali utilizzati è il concetto di rinascita. Lavinia, la bambina, rinasce grazie alla concatenazione delle varie fasi: essa per divenire bronzo passa attraverso la lavorazione dell’argilla, del gesso per poi rinascere con la cera ed è da essa che deriva la scultura ultima in bronzo. Se togliessimo una fase da questo processo, la scultura di bronzo non si potrebbe realizzare, perciò tutti materiali hanno uguale importanza e tutte le fasi di lavoro sono essenziali.

Questo mi fa pensare al concetto orientale della reincarnazione, la stessa persona rinasce con un altro corpo, ma è la stessa anima, noi diciamo che alcuni riescono a ricordarsi anche la vita precedente.

Qui si vede la vita precedente attraverso il processo di lavorazione, non c’è nulla di casuale, tutti i momenti sono tutti nati con un motivo, per quello mi piace raccontare le sculture di bronzo mantenendo le mie origini.

Questo progetto è stato tutto realizzato qui in Fonderia, perché per me è importante sentire il luogo quando lavoro, volevo creare una storia collegando la mia storia con questo luogo, per me è importante riunire le persone, i materiali, il luogo in generale, per questo ho utilizzato solo i materiali di Fonderia Battaglia .Quando faccio una mostra cerco sempre di studiare lo spazio, cerco di collegare gli spazi , mi sono sforzato di raccontare il dialogo tra le diverse componenti.

Lavinia, bronzo 2017, collezione privata

Il processo di lavorazione in questo lavoro è molto importante e come hai sottolineato, le due sculture finali sono il risultato di quelle precedenti, mi vuoi raccontare questo processo attraverso i vari elementi?

Lavinia è una bambina, io ho modellato il suo volto con l’argilla, poi ho fatto il calco in gesso, ed è venuto un busto di gesso, poi per ottenere il bronzo bisogna fare di nuovo un calco sul gesso, per poi realizzare la sculture di cera, su di essa è necessario posizionare dei canali per la fusione del bronzo, si ricopre successivamente con un’argilla bagnata che poi viene asciugata e riscaldata, quando la terra cotta diverrà dura delle parti di cera andranno persi ( dal nome della tecnica ), dopo di che rimane solo lo spazio per il bronzo, i canali solitamente vengono tagliati ma io li ho voluti tenere perché erano una traccia importante.

Ho realizzato sia la scultura di Lavinia in bronzo in cui viene levigato il volto, sia una scultura più minimalista a forma di albero con la base in bronzo, utilizzando per unire i vari rami delle cannucce di plastica , in cui ho inserito i residui della cera persa, questa scultura per me rappresenta le radici. Entrambe le sculture hanno la stessa anima, sono due lavori di cui uno è più astratto, ma sono nate insieme con lo stesso bronzo, nello stesso tempo quindi per me hanno la stessa importanza.

Come ho già detto Il concetto fondamentale che lega queste installazioni e tutti i vari materiali utilizzati è quello di rinascita.

Albero di Lavinia, bronzo + cannucia + cera , courtesy Ottozzo

La scoperta del bronzo…

Mi piace molto, mi affascina è una nuova scoperta, certo è difficile bisogna pensare molto, al colore, alla lucentezza, esiste un processo per lavorarlo, quello che mi affascina maggiormente è la stesura della patina, è interessante perché molto casuale, non verrà mai uguale ed io preferisco la casualità , mi coinvolge.

Leda Lunghi