E’ l’eco di una poesia ricercatrice d’identità quello che risuona in ViaSaterna nella mostra Controcuore di Mario Milizia, una poesia dal suono ancestrale con il sapore dell’origine e della ricerca attuata attraverso la pittura, il linguaggio e la scultura, in questa mostra curata dal team Fantom. L’artista pone il fruitore dinanzi alla questione dell’identità, dell’appartenenza, non solo territoriale ma e soprattutto culturale. Lo fa con molteplici mezzi espressivi, il suo fine è quello di manifestare e raccontare la genesi di una vita, con le unioni e le differenze  culturali delle sue terre d’origine: Grecia,  Spagna e Portogallo. Nell’ampio spazio della galleria le frasi si muovono sinuosamente su sette arazzi, questi sono i versi tramite i quali Milizia ritrova la propria sensazione di casa, di albori, di sicurezza, una magia che solo la lingua divenuta arte è capace di compiere; così è possibile ammirare le poesie (intessute una da una), che l’artista scrisse nel 1992 con la tecnica del cut up, tecnica a lungo utilizzata da grandi scrittori quali Brion Gysin e William Borroughs, che prevede il taglio casuale delle parole poi riordinate nello stesso modo. Diventa qui essenziale l’utilizzo del latino attraverso cui passa ogni singolo verso prima di essere tradotto. Questa “lingua madre”ridona ad  ognuna di esse non solo lucentezza, ma anche una comunanza e una maternità, atta e necessaria poi alla traduzione.

Questa mostra ideata sul concetto di origine, di narrazione e ricerca è approfondita da Milizia anche attraverso venticinque dipinti di piccole dimensioni realizzati stendendo bianchetto e smalto per unghie sulle pagine ritagliate del catalogo della collezione permanente del Museo Thyssen di Malaga. Sono immagini dei pittori spagnoli che rappresentano il quotidiano, il lavoro di Milizia è una sottrazione e una sovrapposizione, come se l’arte gli permettesse talvolta di prendere e talvolta di dare a quella Spagna riprodotta, in cui questi due processi artistici simboleggiano un ritrovamento ma anche un estraniamento. Ed è proprio la scultura che dà il titolo alla mostra Controcuore, una struttura creata, grazie alla collaborazione di Fonderia Battaglia, in ghisa frapposta tra la bocca del camino e la sua cornice in marmo. Milizia realizza un’unione di sculture, le fonde insieme in un gesto d’amore. Unisce poi,  l’utopia e la severità in  un’ istallazione rappresentante un edificio neorinascimentale completamente vuoto, nella sua austera sicurezza, esso è in balia del nulla, in una leggera incertezza. L’ossimoro in cui si trova chi è in cerca del proprio essere.

In questa mostra Mario Milizia ci accompagna attraverso tanti piccoli frammenti, attraverso i quali in un’accurata ricerca prova ad unire le sue diverse appartenenze, percependole ed evidenziandone le essenze, analizzando e studiando i mutamenti che esse comportano. L’analisi precisa e analitica di Milizia è accompagnata da una sensibilità fine e una delicata descrizione interiore, che trascende da poetici momenti di sogno e veglia. Questa mostra s’inoltra nella profondità personale per capire non solo le origini, ma anche unirle, differenziarle e in un costante sbilanciamento, cullandoci in amore appassionato.

Leda Lunghi

Courtesy of Viasaterna

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